
ARTISTS
Navid Azimi Sajadi, Alberto Colliva, Tobia Corradin, Francesca Dondoglio, Mohammed El Hajoui, Michelangelo Galliani, Monica Mazzone, Valentina Palmi, Claudio Valerio
FAIR
Art Verona 2025
INFO
PAD 12 - STAND L4
DATE
10-12.10.2025
PREVIEW VIP | PRESS
10.10 h 11-14
ART VERONA FAIR
10-12.10.2025
INTRODUCTION
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SOME WORKS
NEWS
INFO
PROGETTO ESPOSITIVO ArtVerona 2025 - Studio la Linea Verticale Per ArtVerona 2025 Studio la Linea Verticale presenta un progetto corale che riunisce sette artisti in un percorso espositivo pensato come uno spazio di contemplazione e ascolto, dove ogni opera diventa una soglia verso un altrove simbolico. Lo stand si sviluppa secondo un impianto rigoroso e simmetrico, ispirato alle architetture a pianta centrale e ai luoghi di culto. Nel cuore dello stand, una grande scultura-colonna di Michelangelo Galliani si erge come asse centrale, un elemento verticale che orienta lo spazio e invita al raccoglimento. Ai suoi lati, le pitture di Francesca Dondoglio offrono visioni astratte e stratificate in cui il colore si fa apertura e soglia; mentre i lavori di Claudio Valerio, più legati al paesaggio, propongono orizzonti sospesi, immagini in bilico tra apparizione e dissolvenza. Sul fondo dello stand, quasi a livello del suolo, i vasi in ceramica di Navid Azimi Sajadi introducono un repertorio di simboli provenienti da diverse tradizioni spirituali, evocando una geografia mistica che attraversa culture e religioni. Dai loro orli si solleva un sottile filo di incenso, che diffonde nello spazio un aroma rituale, amplificando la dimensione sensoriale e meditativa del percorso. Accanto, le mani dipinte da Alberto Colliva sembrano tese verso l’alto, come in un gesto di invocazione o di fragile equilibrio tra terra e cielo. Completa il percorso una parete esterna che accoglie al centro un’opera in carta intagliata di Mohammed El Hajoui, una porta araba intesa come soglia e passaggio, luogo di transito tra visibile e invisibile. Ai lati, i disegni di Tobia Corradin raffigurano figure musicali dal sapore orientale, suonatori di flauto che sembrano custodire un tempo sospeso, scandendo silenziosamente il ritmo della visione. Il progetto si propone come un dispositivo poetico per abitare il tempo della visione con lentezza e attenzione, un invito ad ascoltare le opere come mappe di un territorio interiore e condiviso, in cui ogni gesto diventa pratica di resistenza estetica e spirituale.
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