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Giorgio Celiberti, Essenziare, OpenTour 2025, Ababo 3.jpeg

ESSENZIARE

Giorgio Celiberti

Antonio Peluso

LINK ROOM: Tobia Corradin

OPENTOUR 2025

In collaboration with Ababo and Pellegrini Chair

CRITICAL TEXTS

Anna Beltrami

Costanza Padula

Ginevra Sciortino

OPENTOUR HOURS

June 26th, 3 pm – 11 pm, vernissage 5 pm – 9 pm


Friday 27th and Saturday 28th June, 10 am – 1 pm and 3 pm – 7 pm

ESSENZIARE

26.06-13.07.2025

Essenziare. Una parola rara, ma centrale nel pensiero di Martin Heidegger. Non indica semplicemente “arrivare all’essenza”, ma piuttosto lasciar accadere l’essenza. Per Heidegger, “wesen” – l’essere come processo e durata nel tempo – non è una definizione, ma un movimento: non si tratta di nominare, ma di fare spazio a ciò che emerge. Così, “essenziare” diventa un verbo poetico e filosofico insieme: un movimento lento, un lasciar affiorare ciò che è più originario. Non un gesto di possesso, ma un atto di ascolto e attenzione. È con questo spirito che gli artisti Antonio Peluso, Giorgio Celiberti e Tobia Corradin – studenti al terzo anno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, nella Cattedra Pellegrini – affrontano la loro pratica. Partendo da elementi concreti e reali, attraversano i dati per rivelarne l’essenza. Per loro, il dato non è un fine, ma l’inizio di un processo di sottrazione e risonanza. Essenziare è dare forma a ciò che solitamente resta implicito, invisibile. Un’arte che non rappresenta, ma disvela. Che non spiega, ma lascia apparire. I testi critici delle studentesse di Curatela – Anna Beltrami, Costanza Padula e Ginevra Sciortino – accompagneranno la mostra e gli artisti.

PRESS RELEASE

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critical text

CRITICAL TEXT 
Anna Beltrami
Costanza Padula
Ginevra Sciortino



 

“Essenziare” è un termine estrapolato dalla filosofia di Martin Heidegger, in particolare dallo scritto L’origine dell’opera d’arte, e designa il modo in cui l’Essere si manifesta nel tempo, rivelandosi nella sua verità più profonda. Heidegger ci invita a un atteggiamento di apertura e ascolto: non si tratta di dominare o dirigere l’Essere, ma di lasciare che l’essenza accada. Un aspetto interessante della sua filosofia è l'idea che la comprensione che l’essere umano ha di sé e del mondo si sviluppi in un processo interpretativo continuo, noto come circolo ermeneutico. Questa circolarità implica, da un lato, che la comprensione umana è sempre culturalmente e storicamente condizionata e che non ha un punto di partenza “neutro”. Dall’altro lato, mostra come la comprensione stessa sia soggetta a trasformazione: interrogando in modo ricorsivo l’Essere — che si manifesta in forme mutevoli a seconda del tempo e del contesto. L’arte permette ai frammenti dell’Essere di manifestarsi e venire condivisi tra l’artista e i fruitori, rappresentando così l’inizio e la fine di questo circolo. Giorgio Celiberti, Antonio Peluso e Tobia Corradin si relazionano alla pratica artistica attraverso un segno soggetto a un perpetuo mutamento — proprio come l’essenza, nel circolo ermeneutico, è sottoposta allo scorrere del tempo. Inoltre, gli artisti sembrano offrire ai loro soggetti la possibilità di astrarsi dal contesto, e lo fanno immergendoli in spazi vuoti, dove resta solo la nuda condizione dell’esistenza. Nelle opere in mostra, il rapporto tra pieni e vuoti assume grande rilevanza, in quanto non esiste una gerarchia di importanza tra il segno e la sua assenza. Lo spazio neutro, nelle tele di Peluso, diviene terreno fertile alla generazione degli spazi pieni e, al contempo, crea un supporto predisposto a compensare il peso, tanto compositivo quanto concettuale, della rappresentazione. Analogamente, Celiberti concepisce, nel vuoto, lo spazio necessario a trattenere le infinite possibilità inespresse. Nei disegni di Corradin, invece, esso assume una dimensione siderale, immaginata come ciò che resta dopo un’esplosione: un silenzio cosmico in cui sopravvivono solo i suoi soggetti. Tutti e tre sembrano sottrarre l’essere umano dalla centralità rappresentativa, per dissolverlo in un orizzonte più ampio, dove il corpo, rarefatto o mascherato, perde i suoi contorni individuali. In Celiberti, la figura umana, se presente, viene solo abbozzata, sempre in supporto all’oggetto che l’artista prende in analisi, in modo da chiarire il suo funzionamento. Allo stesso modo, nelle opere di Peluso non viene data importanza alla raffigurazione dei soggetti, se non, a volte, nell’inserimento di alcuni dettagli, come visibile in Sutura. L’artista non si focalizza su un chi o un che cosa, ma sull’indeterminatezza di un’azione o di un movimento. Nei lavori di Corradin, invece, l’essere umano ha un ruolo ancora differente. I suoi disegni presentano quasi sempre figure umane; i corpi dirompono nel bianco della pagina, tuttavia, le loro carni sono coperte da ariosi abiti volumetrici che ne alleggeriscono le sembianze. Ed è con questo spirito che, nei tre artisti, Essenziare si palesa in un atto di ascolto, di attenzione radicale, che lascia venire alla luce ciò che è originario e che, normalmente, rimane implicito, invisibile, taciuto. Giorgio Celiberti Giorgio Celiberti catalizza tensione. La tensione è quella tra uno spazio di colore neutro e una pittura che è pienamente segnica. Il suo tratto è deciso, determinato, ma non si risolve mai in una linea definita. Quando il segno pittorico è pennellata, crea campiture che non si impongono ma sostengono. La tensione è anche quella tra invenzioni umane e la completa assenza dell’umano dotato di intento. Infatti dove troviamo abbozzi di corpi, questi servono solo ad attivare i veri protagonisti: oggetti violenti, che l’artista però emancipa dalla loro funzione tramite una pittura lieve e ariosa. L’interesse giace nella differenza tra ciò che sono in atto e ciò che sono in potenza: una pistola che potrebbe sparare ma non lo fa. Il fulcro della riflessione è in una potenza che li definisce, ma che rimane inespressa. Gli insetti non interrompono la poetica, la estendono: come armi inerti, trattengono il gesto. Le loro corazze, simili a ingranaggi, sono custodi di una potenza sospesa. Antonio Peluso La ricerca artistica di Antonio Peluso si discosta dai limiti puramente accademici e si affaccia su un’area grigia, uno spazio di con-fusione in cui i confini tra le comuni concezioni di bello e brutto si fanno labili. L’artista lavora con pigmenti naturali ricavati da terre di vario genere, che usati tramite una stesura delicata del colore vanno a conferire un’impressione di leggerezza ed evanescenza ai soggetti rappresentati. La sua è un’arte che sfugge alle definizioni e ai concetti stabili, frutto di una costante sperimentazione e in continuo divenire, come un flusso di pensiero. Dunque la tela si va configurando come uno spazio mentale, in cui non si traduce la totalità di un soggetto, ma l’indefinitezza di un movimento. Il focus si sposta dall’identificazione di un chi o di un che cosa, all’azione che si va compiendo. Rimane sempre un residuo, un resto, che mantiene in potenza parte delle possibilità dell’opera stessa e che spinge il fruitore in una condizione di dubbio e spaesamento. Tobia Corradin I disegni di Tobia Corradin, realizzati per la maggior parte in grafite, tappezzano le pareti della link room e sommergono il fruitore nello spazio mentale dell’artista. Il processo creativo parte da ricordi e considerazioni che si manifestano sulla carta tramite un disegno lento e tedioso, nel quale l’artista procede per addizione e mai per sottrazione, segni nuovi si sovrappongono a segni passati, i quali non vengono cancellati. Talvolta preparatori a tele più ampie, o volti ad appuntare delle intuizioni, i disegni di Corradin indagano le diverse possibilità di collocazione di soggetti e oggetti all’interno dello spazio. Nei meno recenti lavori rossi e blu, cambia sia il medium che il gesto: il segno si fa più violento, schiacciando la carta, mentre i toni accesi della matita colorata sono per l’artista il tramite per l’elaborazione di una ricerca ritmica, visibile nella contrapposizione dei due colori primari.

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WHERE

Studio la Linea Verticale
​​Via dell'Oro 4B

Bologna

WHEN

26.06 - 13.07.2025

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Tue - Sat: 4-7.30pm
​​Mornings: by appointment

Sunday: by appointment

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