The pathless way. Il titolo, tratto dal lessico della filosofia negativa e dalla riflessione mistica, incarna pienamente l’ambiguità e la tensione che attraversano l’opera di Valerio: la via è presente, ma non è tracciata; l’immagine appare, ma non si definisce mai del tutto. Le sue opere nascono da un gesto primario, quasi rituale: un fondo di carbone e resina naturale che accoglie strati successivi di olio, in una lenta emersione dal buio. Il risultato è un insieme di presenze sospese, forme liminari che interrogano lo sguardo e invitano a una contemplazione attenta, silenziosa, consapevole: in un tempo che accelera, Valerio suggerisce l’arcaico gesto del rallentare, del restare, del contemplare. Lo stand sarà allestito secondo l’estetica rigorosa della galleria, come uno spazio sacrale e simmetrico, ispirato alle architetture a pianta centrale e ai luoghi di culto antichi. Le pareti accoglieranno i dipinti come icone di un linguaggio perduto, mentre le pittosculture, collocate in asse centrale, agiranno come elementi di passaggio e di concentrazione. L’intero allestimento sarà un luogo di sospensione, pensato per generare uno spazio altro, in cui le opere non vengano solo guardate ma esperite, in una dimensione collettiva di raccoglimento. Studio la Linea Verticale intende dare voce a un artista di proposta che lavora con radicalità e profondità, e che attraverso un linguaggio personale e coerente riesce a porsi come cartografo sensibile di territori invisibili. Il suo contributo è una lezione di attenzione, di cura, di ascolto della materia: una forma di resistenza estetica e spirituale al rumore del mondo.