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Alberto Colliva (Castel d’Argile 1943). La sua carriera inizia nella metà degli anni ‘60, ma è dagli anni ’80 che introduce nelle sue tele un elemento di sostanziale novità: la figura umana. Nel mondo immaginario dell’artista non vi è nulla di certo: luci violente connesse a cromie sprezzanti, intimiste e al contempo angosciose. La sua pittura “è un’archeologia infernale”, caratterizzata da “un mordente di paura, di interiorizzazione e di follia”. A partire dal 1962 espone in varie mostre collettive di rilievo nazionale. Tra le personali si segnalano quelle tenute presso le gallerie bolognesi Duemila (1963), Il Cancello arte d’oggi (1966, 1968, 1972, 1974) e Forni (1976, 1978). A queste si aggiungono due personali tenute rispettivamente alla Galleria Correggio di Parma nel 1973 e alla galleria L’incontro di Imola nel 1979. Al 1996 risale la retrospettiva presso il Teatro Comunale di Castello d’Argile a cura di Dario Trento. Tra i critici che si sono occupati del suo lavoro si ricordano Pier Giovanni Castagnoli, Roberto Tassi e Pasquale Fameli.

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