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Vuoto-Semi-Vuoto Ludovico Bomben e francesca Dondoglio in mostra a Bologna Studio la Linea
STATEMENT

Nata nel 2022, Studio la Linea Verticale prende spunto dalla sensibilità di Franco Battiato e, in particolare, a un verso di Inneres Auge: “La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito.” La ricerca che la galleria porta avanti mira a un distacco dall’orizzontalità dell’esperienza ordinaria per rivolgere lo sguardo verso la verticalità dello straordinario. Il programma espositivo invita a interrogarsi su questioni fondamentali, spirituali e ontologiche: da dove vengo? chi sono? dove vado? Come la spiritualità si distingue dalla religione per il suo carattere personale, libero e interiore, così la verticalità è un atto di volontà: uno sforzo di orientamento verso una dimensione contemplativa, in contrasto con l’immanenza e la materialità dominanti nel panorama artistico contemporaneo. Gli spazi della galleria, intimi e caratterizzati dal bianco, assumono la forma di un pensatoio: un luogo di concentrazione e ascolto, dove la riflessione può trovare tempo e profondità. Qui la Linea Verticale viene studiata e attraversata tramite le opere degli artisti e i contributi critici che le accompagnano. Per mantenere apertura e pertinenza nel contesto contemporaneo, sempre più plurale, la galleria accoglie una varietà di linguaggi visivi. Al suo interno convivono pratiche aniconiche e ricerche che impiegano simbologie iconiche o archetipiche. Il programma si concentra prevalentemente su artisti italiani, ma invita regolarmente artisti internazionali in dialogo, per far emergere consonanze e divergenze nel modo in cui la dimensione spirituale si manifesta in culture diverse. Ciò che unisce gli artisti è una comune tensione verso il sacro e una volontà di sottrarsi a narrazioni puramente materiali e immanenti. Le opere presentate sono caratterizzate da una forte componente estetica intesa non come ornamento né come effetto retorico, ma come strumento di elevazione percettiva e meditativa. Tra i segni ricorrenti emergono geometrie, cromie simboliche, materiali primari, paesaggi interiori, dispositivi contemplativi, simboli religiosi, alchemici o esoterici resi nuovamente attivi. Come scrive Giuliano Zanchi in Lo spirituale nell’arte,
“La spiritualità sostituisce il religioso nella nostra epoca: è un atteggiamento, una disposizione d’animo trascendente, indipendente dall’oggetto e per questo personale.”

CRITICAL TEXTS

Studio la Linea Verticale sin dalla sua prima mostra si è affidata al contributo critico degli addetti del settore. Sebbene la curatela delle mostre sia direttamente legata alla galleria, per poter rimanere concentrati sulla nostra ricerca, riteniamo indispensabile invece l'apporto critico esterno, in grado di dare una chiave di lettura diversa dalla nostra. Le mostre della galleria, infatti, si dividono in due tipologie: il titolo tripartito, di concezione circolare, come Opaco-Spettro-Opaco o Terreno-Ultra-Terreno, indica una mostra curata dalla galleria, con sempre un riferimento testuale delle motivazioni e della riflessione ad essa legata, alle quali viene affiancato uno, o più testi affidati ad un critico o curatore. I titoli non tripartiti, invece, indicano che anche la curatela della mostra è affidata ad una figura terza, come nel caso de Gli arrabbiati del Battibecco. Si tratta, in questo caso, di mostre dalla forte valenza storico critica, atte a recuperare momenti storici del passato o che tentano di aggiungere un nuovo tassello e una nuova chiave di lettura alla storia dell'arte recente.  Abbiamo avuto modo di collaborare e hanno scritto per noi dei testi critici figure di spicco del panorama artistico nazionale, critici di professione, direttori museali e professori universitari, quali Lorenzo Balbi, Tatiana Basso, Valerio Dehò, Lucrezia Ercoli, Pasquale Fameli, Olga Gambari, Carmen Lorenzetti, Roberto Mastroianni, Alessandro Mescoli, Maura Pozzati, Antongiulio Vergine e Maria Chiara Wang.

LOCATION

Studio La Linea Verticale ha la sede nel cuore antico della città, nei pressi di Porta Castiglione e dei Giardini Margherita. Situata al piano terra di una storica palazzina cinquecentesca bolognese di origine medio-borghese, la galleria sviluppa il proprio spazio espositivo nelle aree originariamente adibite a deposito e piccola stalla. L'ingresso indipendente si apre su una piccola corte. Lo spazio si articola in due sale principali più la Link Room. La prima sala funge da punto di accesso alla galleria e dispone di quattro pareti espositive ed è connessa alla seconda sala, che si caratterizza come un white cube, tramite un piccolo corridoio. Infine, adiacente all'ingresso, si trova la Link Room, l'ufficio della galleria che spesso si trasforma in project space.

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